lunedì 30 gennaio 2012

SNOW... TO BE CONTINUED...



Neve…neve… ancora neve!
Si è fatta attendere ma è meravigliosa come sempre!
Quanta delicatezza nel suo scendere, quanta dolcezza nel suo riposarsi.... quante forme nei suoi fiocchi... geometria sacra, fiocchi che parlano di Amore, di Speranza, di Gioia, di Pace, di Serenità....


immagine tratta da Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Neve



domenica 29 gennaio 2012

LA PRIMA NEVICATA DELL'INVERNO 2011- 2012







ECCO LA PRIMA NEVE DELLA STAGIONE!!
Insieme a lei sono arrivate anche le cinciallegre ad allietare la nostra pergola dei Kiwi… che delizia osservarle mentre giocano fra i rami innevati e tutto comodamente dalla finestra della cucina!  J


Ma cosa c'è di meglio che una bella nevicata?? Silenzio, pace, candore, il crick crock della neve sotto le scarpe, un rumore irriproducibile in natura in nessun altra situazione.


Come ogni fenomeno atmosferico, come ogni stagione, noi abitanti della Terra abbiamo il privilegio di percepire il mondo con i 5 sensi e ci sono emozioni, odori, gusti, rumori, paesaggi, materiali che sono inimitabili, intraducibili, non clonabili...


In natura esiste tutto quanto può servire alla nostra esistenza, nulla di più, nulla di meno, se solo siamo in grado di accorgercene!


Pomeriggio domenicale di relax, pomeriggio in famiglia, assenza di ritmo, l'ozio si impadronisce della nostra casa e si sprofonda nelle poltrone fra un cuscino e lo scoppiettio del caminetto... minuti eterni di serenità allo stato puro.... momenti indimenticabili.


Ma... come resistere alla tentazione di fare un bel pupazzo di neve...il primo della stagione ed allora, noncurante della neve, del fresco, dell'umido, Pippi si è gettata anima e cuore in questo progetto, con OTTIMI risultati!!! 


Un omino di neve un pò "triangolare" ma... andando oltre alle apparenze, un vero pupazzo di neve.


Un abbraccio nevoso
La tribù dell'Albero







CARO LETTORE, SE SEI CURIOSO E VUOI SAPERE CHE VERSO FA LA NOSTRA CINCIALLEGRA CLICCA SUL LINK SOTTO RIPORTATO.... NE SENTIRAI DELLE BELLE!! :)
http://www.hobbyuccelli.it/versi-uccelli/uccello283_cinciallegra.html

venerdì 27 gennaio 2012

La Ruota di Medicina




La Ruota di Medicina - http://www.laviasalka.it/index.php

La ruota di medicina è un cerchio, costruito da pietre o bastoni, da un solco scavato nella terra, o composto da farina di mais, salgemma o pietre preziose.
Quando si costruisce una ruota si dà vita a un luogo sacro ove recarsi per trarne forza spirituale e disciplina. Lo conserveremo pulito e sceglieremo pietre per costruirlo verso le quali non nutriamo sentimenti particolari.
La volta del cielo permetterà di stare in diretto contatto con le forze dell’universo.
E’ possibile costruirsi la propria ruota anche in casa, usando pietre di piccola grandezza, oppure sarà sufficiente la presenza dei 4 elementi, o i 4 colori.
Chiamare le 4 direzioni significa attivare il potere di ognuna di esse.
Si possono invocare con il canto o con il sonaglio.
La Medicina è la forza vitale, energia intrinseca della natura, la Medicina è la tua potenza.
NORD
Bianco, la terra, futuro, inverno, la vecchiaia, saggezza,
filosofia, stella, potere del bufalo, l'anziano
OVEST
l'acqua, le emozioni, l'adulto
Sacerdote interiore, il presente
il potere, il cambiamento,
l’introspezione, il nero, la magia
 l’autunno, l’orso
EST
  l'aria, fanciullo, mente ,
spirito, gioco
illuminazione, giallo
primavera, aquila,
la lucidità, senza tempo

SUD
 il fuoco, il giovane, il futuro, la paura, la fiducia,
il rosso,  l’estate, il coyote.

La ruota come viaggio di risveglio
Il Sud: affronta le tue emozioni, le paure, la fede, l’impeccabilità del cammino, a costo di perdere le tue sicurezze.
L’Ovest: affronta la morte e ogni tuo cambiamento e fallo tuo alleato
Il Nord: ferma lo stato di trance quotidiana, rompi l’automatismo, svegliati
L’Est: comanda il sogno, il tuo scopo nella vita, la tua visione
Il Centro: prendi potere, non hai nessuno a cui dar colpe, sei responsabile della tua vita
Gli strumenti utili per la ruota:
Per il Nord: il recupero dell’anima
Per il Sud: lo studio introspettivo, la cura dell’anima
Per l’Est: la ricerca della visione
Per l’Ovest: la danza, il movimento, le cerimonie con la Terra
Per il Centro: la natura
Il Cerchio
Il cerchio è una ruota in perenne movimento.
I 4 punti cardine della ruota rappresentano le 4 età, le tradizioni, i 4 colori delle razze, i cicli delle stagioni, le 4 direzioni.
In tutto il mondo compaiono ruote, i popoli antichi costruivano cerchi con le pietre, con essi misuravano i cicli e lo scorrere del tempo lasciandoci in eredità i più spettacolari calendari viventi che esprimono il potere del cerchio, del perenne eterno ritorno.
Un cerchio fissa una posizione nel tempo e nello spazio, conferisce appartenenza e offre il senso di direzione.
Nel cerchio sacro, attingiamo energia perché è simbolo di uguaglianza.
In esso ognuno osserva da un punto diverso. La comprensione e la considerazione di un punto del cerchio è importante quanto la propria, è parte di una unica fonte, la coscienza circolare.
Nel cerchio sono benvenute le problematiche umane, esse sono qui studiate e trasformate.
Il cerchio ti ricorda che tutto è uno, la salute della Madre Terra è la tua salute.
Gli indiani d’America, danno al tempo due dimensioni: il tempo che scorre e il grande tempo, il tempo lineare e quello circolare.
Il tempo che scorre è quello di tutti i giorni, è definitivamente destinato a finire; il grande tempo è la ciclicità in cui ognuno di noi è immerso, scandito dalle stagioni, dalle epoche della vita che sperimentiamo, dalla coscienza che sviluppiamo, e dalla intensità in cui ne comprendiamo l’essenza (la dilatazione del tempo, il tempo meditativo, il tempo del sogno da svegli).
L’intuizione è un grande dono per l’umanità, purtroppo con il tentativo di convalidare tutto e possederne il controllo, noi, esseri umani, perdiamo facilmente l’essenza del tempo.
Ricordiamo che come l’aria è l’ossigeno per i nostri polmoni, il tempo è l’ossigeno della nostra mente.
I 4 poemi della vita
L’infanzia: Aquila sacra dell‘Est,
messaggera del grande spirito, insegnami la danza del domani, la nascita
della nuova visione sulla Terra; a camminare in armonia, bellezza ed equilibrio
e usare la mia propria vita per fortificare i legami che uniscono il mio popolo.
Gioventù: Coyote, spirito del Sud, 
appari davanti a me ingannevole, con mille facce, maniere e figure. Insegnami a scoprire ciò che mi mostri dappertutto e ad avere rispetto per le tue lezioni di fiducia, di innocenza e di amore e guida i miei passi con la gloria della danza della vita.
Maturità: Orso Nero, padre e madre dell’Ovest,
conducimi alla lunga marcia verso le profondità del mio più intimo spirito. Concedimi la purezza interna per servire i sacri poteri e dammi la umiltà e la conoscenza per essere invincibile.
I Nonni: Grande Bufalo del Nord
che comunichi coi sogni e con le visioni, insegnami a darmi liberamente dove ci sia bisogno di me; insegnami la saggezza della Terra con la quale possa io sopravvivere alle sue più alte prove e guida i miei passi intorno al cerchio della medicina.

TRATTO DAL SITO:

martedì 24 gennaio 2012

SUNFLOWER




Si parte, si torna, ci si rincontra, pause di riflessione, momenti di solitudine, momenti di condivisione…. La vita è tutta un momento speciale sia in positivo sia quando ci sembra che ci stia assestando un tiro mancino…

Una sera torni a casa, stanca, con il cerchio alla testa di chi non si sente a suo agio fuori dal suo habitat consueto e trovi tua figlia che con la sua allegria ti chiede: “Mum cosa vuoi che ti faccia con la pasta da modellare?” e tu rispondi semplicemente “Un fiore” come se sentissi che quel fiore potrebbe risollevarti la giornata…

Proprio così, e non ti viene fatto un fiore a caso, una margherita, un fiore senza nome.. no… affatto, ti arriva un bel GIRASOLE SORRIDENTE con gli occhioni spalancati e la bocca che non lascia dubbi interpretativi… e ti accorgi come la VITA MERAVIGLIOSA voglia portarti costantemente il suo messaggio!

Già.. perché rientrando da due giorni di corso di Floriterapia  ogni fiore ha il suo significato energetico!

Questo mi da l’opportunità per dirvi che SUNFLOWER è un’essenza del repertorio Californiano.
Vi riporto un estratto da un articolo pubblicato da Richard Katz, padre della floriterapia Californiana in collaborazione con sua moglie Patricia Kaminski.
Sunflower Helianthus annuus famiglia delle asteracee
…Quello che ci appare come una singola grande infiorescenza è in realtà un vero campo di fiori. Un fiore “composito”, che consiste di una massa centrale di disco flosculo circondato da altri fioretti a raggio che sembrano petali. All’interno di questa intricata molteplicità emerge una singolare legge di totale e geometrica simmetria. In questo schema il ritmo del tempo viene catturato nello spazio. Il suo centro , verde e compatto in origine, cresce verso l’esterno in doppie spirali di fibonacci, intrecciandosi mentre si espandono nella luce. Diventando prima gemme gialle, e poi cerchi di dischi flosculi con punti di luce, mentre gli anelli esterni di stami arcuati inviano la loro essenza luminosa nel mondo. A cingere il tutto troviamo la raggiera di petali lineari che lo incorona con il suo color giallo sole. Essi circondano il disco centrale quindi si incurvano verso l’esterno in tre file distinte, creando una magnifica circonferenza.
Questo capo fiorito di girasole si regge sopra ad un robusto stelo fibroso, in modo eretto ed imponente; le piante nel nostro giardino crescono fino a 12 pedi di altezza.
Seppure con la sua maestosa grandezza, nemmeno il girasole è esente dalla legge di gravità. Allorché il disco flosculo si matura, il capo del girasole si colma di centinaia di semi, e il peso del vertice inizia ad essere troppo pesante per essere sorretto dal gambo. Come in un gesto di resa, il girasole si piega con il suo peso verso il seno della terra, portando con sé il suo prodigioso dono fatto di sementi per il futuro (e per i nostri amici volatili!)
Contemplare la segnatura del girasole ci aiuta a capire come essa parla all’anima umana in forma di essenza floreale.
L’essenza di girasole è un catalizzatore per lo sviluppo della propria identità personale in relazione al più ampio sé spirituale. E’ utile per coloro in cui senso di sè è debolmente sviluppato e non sono in grado di risplendere. Allo stesso modo, il girasole bilancia l’ego insicuro che cerca di essere troppo imponente o “arrampicatore”.
Il girasole è l’immagine dell’individuo sano, integrato, che possiede un allineamento verticale dell’anima, radiante in sé stesso e sicuro di sé. Inoltre, l’archetipo del girasole realizzato sà che esiste una luce più brillante, una collettività superiore a cui ci si “piega” nel servizio e nel sacrificio.
Questo è un insegnamento di tutte le maggiori tradizioni spirituali : La propria forza personale diventa solamente presunzione finché non si allinea con il suo sé spirituale più elevato. La persona “IO” deve incontrare il più alto “IO SONO”.
Mentre preparavo l’essenza d girasole mi sono ricordato di un espressione che parla di questo insegnamento nelle parole di Paolo : “ Non io, ma il cristo in mè”.
Richard Katz - http://www.fesflowers.com

lunedì 23 gennaio 2012

PETTIROSSO.... SENZA NEVE


Eccolo qui… finalmente sono riuscita a scattargli una fotografia!
Sono mesi che ogni giorno puntualmente il mio amico pettirosso si posa, a giorni alterni, sul susino o sulla pergola dei kiwi… 
OGGI, appostamento riuscito!!
Sono felice di condividere con voi questa fotografia per me densa di significati, ognuno troverà i suoi!

Condivido con voi anche questa bellissima favola per l’anima di Selma Lagerlof
La leggenda del Pettirosso
Era in quel tempo, quando Nostro Signore creò il mondo, quando creò non soltanto il cielo e la terra, ma anche tutti gli animali e le piante, e in pari tempo distribuì i nomi. Esistono molte storie di quel tempo, e  se  si  sapessero tutte avremmo anche la spiegazione di tutte le cose del mondo che ora non si possono comprendere.
Fu allora che un giorno, mentre Nostro Signore stava a sedere in Paradiso a dipingere gli uccelli, venne a mancare il colore sulla tavolozza, così che il picchio sarebbe rimasto senza colore se Egli non avesse ri­pulito tutti i pennelli sulle sue penne.
E fu allora che l'asino acquistò le sue orecchie lunghe, perché non si ricordava il nome che aveva ricevuto. Lo dimen­ticò appena ebbe fatto alcuni passi sui prati del Paradiso e tornò  indietro tre volte a domandare come si chiamava, finché Nostro Signore s'impazientì un pochino e prendendolo per le orecchie disse: « Il tuo nome è asino, asino, asino ».
E nel dirlo gli allungò le orecchie perché gli venisse l'udito migliore e ricordasse quello che gli si diceva.
Fu nello stesso giorno che l'ape fu punita. Perché appena fu creata incominciò a raccogliere miele, e gli animali e gli uomini, che si accorsero del dolce profumo del miele, vennero ad assaggiarlo. Ma l'ape voleva conservare tutto per sé e con le sue punture velenose scacciava tutti quelli che si avvicina­vano all'alveare. Nostro Signore vide e chiamò a sé l'ape e la punì.
« Io ti ho dato la facoltà di raccogliere il miele che è ciò che la creazione ha di più dolce, » disse Nostro Signore « ma non per questo ti ho dato il diritto d'essere cattiva col tuo prossimo.
 E ora ricordati: ogni volta che pungerai qualcuno che vorrà assaggiare il tuo miele, tu morrai! »
Già, fu allora che il grillo divenne cieco e la formica perse le sue ali; accaddero tante cose straordinarie in quel giorno. 
Nostro Signore, grande e mite, era seduto tutto il giorno a creare e a formare, e verso sera gli venne in mente di creare un piccolo uccello grigio.
« Ricordati che il tuo nome è pettirosso! » disse Nostro Signore all'uccello quando fu pronto. Lo depose sulla palma della sua mano e lo fece volare.
Ma dopo che l'uccello ebbe fatto un piccolo volo ed ebbe ammirato la bella terra sulla quale doveva vivere, gli venne voglia di mirarsi. Allora vide che era tutto grigio, il petto come tutto il resto. Il pettirosso si voltò e rivoltò rispecchiandosi nell'acqua, ma non poté scoprire nep­pure una penna rossa.
E così l' uccello rivolò da Nostro Signore.
Egli, grande e mite, era a sedere, e dalle sue mani uscivano farfalle che svolazzavano intorno alla sua testa, piccioni garrivano sulle sue spalle, e dalla terra intorno a lui sorgevano rose, gigli e pratoline.
Il cuore dell'uccellino batteva per il timore, ma descri­vendo leggeri giri volava sempre più vicino a Nostro Signore e finalmente si lasciò cadere sulla sua mano.
Così Nostro Signore gli domandò quello che desiderava.
 « Io voglio soltanto chiederti una cosa » disse l'uccellino.
 « Cos'è che desideri sapere? » disse , Nostro Signore.
« Perché debbo chiamarmi pettirosso, mentre son tutto grigio dalla punta del becco sino alla coda? Perché mi chiamo pettirosso quando non posseggo neppure una penna rossa? »
E l'uccello con i suoi occhiettini neri lo guardò implorando e voltò la testolina. Da per tutto, attorno, vide fagiani tutti rossi sotto un leggero pulviscolo d'oro, pappagalli con ricchi collari rossi, galli con creste rosse, senza parlare delle farfalle, dei pesciolini rossi e delle rose. E naturalmente pensò che occorreva così poco, una sola goccia di colore rosso sul suo petto, per farlo diventare un bell'uccello, a cui il suo nome sarebbe stato adatto.
« Perché debbo chiamarmi pettirosso, se son tutto grigio? » domandò di nuovo l'uccello, e aspettò che Nostro Signore gli dicesse:
 "Ah, amico mio, vedo che ho dimenticato di dipingere in rosso le penne del tuo petto, ma aspetta solamente un momento e sarà fatto".
 Ma Egli sorrise soltanto e disse: « Ti ho chiamato pettirosso, e pettirosso ti chiamerai, ma cercati da te il mezzo di meritarti le tue penne rosse ».
E così Nostro Signore alzò la mano e lasciò che l'uccello rivolasse per il mondo.
L'uccello volò in Paradiso con molti pensieri. Che cosa poteva fare un uccellino come lui per procurarsi delle penne rosse? 
L'unica cosa che gli venisse in mente fu di fabbricarsi il nido in mezzo ai prunai. Egli s'annidò fra le spine nel folto della macchia. Pareva stesse aspettando che una foglia di rosa gli si attaccasse al petto gli desse il suo colore.
Un numero infinito d'anni erano trascorsi da quel giorno che fu il più bello sulla terra. D'allora in poi gli animali e gli uomini avevano abbandonato il Paradiso e si erano sparsi sulla terra. E gli uomini erano giunti al punto d'imparare a lavorare la terra e a navigare sul mare, si erano fatti abiti e utensili; da molto tempo avevano già imparato a fabbricare grandi templi e città potenti, come Tebe, Roma e Gerusalemme.
Spuntò un giorno nuovo  che non doveva esser mai più dimenticato nella storia del mondo all'alba di quel giorno il pettirosso era posato su un piccolo colle nudo fuori le mura di Gerusalemme e cantava per i suoi piccini che si trovavano nel piccolo nido in mezzo ai bassi cespugli di spine.
 L'uccello raccontava ai suoi nati il giorno me­raviglioso della creazione e la distribuzione dei nomi: così aveva raccontato ogni pettirosso dal primo in poi, che aveva udito la parola di Dio ed era uscito dalla Sua mano.
« E ora vedete, » concluse tristemente il pettirosso « tanti anni sono passati, tante rose sono sbocciate, tanti piccoli uccelli sono sgusciati dalle uova dal giorno della creazione in poi, che non c'è nessuno capace di contarli, ma il pettirosso è ancora un uccellino grigio. Ancora non è riuscito a conquistarsi le penne rosse. ». I piccini spalancarono i piccoli becchi e domandarono se gli antenati non avevano cercato di compiere qual­che grande opera per conquistare il prezioso colore.
« Abbiamo fatto tutto quello che abbiamo potuto, » disse l'uccellino « ma siamo stati tutti sfortunati. Già il primo petti­rosso, una volta, incontrò un altro uccello che gli rassomigliava completamente, e subito si mise ad amarlo con un amore così violento da sentirsi arroventare il petto. Ah, pensò allora, adesso comprendo. Nostro Signore vuole che io ami con tale ardore, che le penne del mio petto abbiano a tingersi di rosso per il caldo d'amore che ho nel cuore. Ma egli s'ingannava, così come si sono ingannati tutti gli altri dopo di lui e come c'inganneremo anche noi. »
I piccini cinguettarono tristemente, incominciavano già ad affliggersi perché la tinta rossa non avrebbe adornato i loro piccoli petti coperti di peluria.
« Abbiamo anche sperato nel nostro canto » disse l'uccello vecchio parlando con toni prolungati. « Già il primo pettirosso cantava così; il petto dall'entusiasmo gli si gonfiava, ed egli ritornava a sperare. Ah, pensava, la fiamma del canto che ho nell'anima, tingerà di rosso le penne del mio petto. Ma s’in­gannava, come si sono ingannati tutti gli altri dopo di lui, come c'inganneremo anche noi. »
Si sentì di nuovo un triste cinguettio uscir dalle gole mezze nude dei piccini.
« Abbiamo anche sperato nel nostro coraggio e valore » disse l'uccello.
« Già il primo pettirosso si batté valorosamente con gli altri uccelli e il suo petto s'infiammò dal piacere di combattere. Ah, pensò, le penne del mio petto si tingeranno di rosso per la gioia della lotta che arde nel mio cuore. Ma s'ingannò, come si sono ingannati dopo di lui tutti gli altri, come c'inganneremo anche noi. »
I piccini cinguettarono coraggiosamente che volevano an­cora tentare di conquistare il premio tanto ambito,   ma l'uccello rispose tristemente che era impossibile. Che cosa potevano sperare quando tanti antenati così bravi non erano riusciti a raggiungere la mèta? Potevano fare di più che amare, cantare e lottare? Che cosa potevano...
L'uccello si fermò in mezzo alla frase, perché da una delle porte di Gerusalemme usciva una gran quantità di gente e tutta la folla si dirigeva verso il colle dove l'uccello aveva il suo nido.
C'erano dei cavalieri su destrieri superbi, servi con lunghe lance, assistenti del boia  con chiodi martelli, v’erano sacerdoti dall’incedere dignitoso, e giudici, donne piangenti, e davanti a tutti  una massa di popolo che correva selvaggiamente, un accompagnamento orrendo, ululante di vagabondi. L'uccellino tremando stava sull'orlo del suo nido. Temeva ad ogni istante che il piccolo cespuglio di spine venisse calpestato e i suoi piccini rimanessero uccisi.
« State in guardia, » gridò ai piccini inermi « state tutti vicini e state zitti! Ecco un cavallo che viene proprio su di noi! Ecco un guerriero coi sandali ferrati!  Ecco tutta la folla selvaggia! »
Ad un tratto l'uccello smise di gettare i suoi gridi d'allarme e tacque. Dimenticò quasi il pericolo sovrastante.
Improvvisamente saltò giù nel nido, e allargò le ali sopra ai piccini.
« No, è troppo tremendo » disse. « Io non voglio che voi vediate. Sono tre malfattori che vengono crocifissi. »
E allargò le ali affinché i piccini nulla potessero vedere. Udirono soltanto dei colpi di martello rimbombanti, grida di dolore e gli urli selvaggi della folla.
Il pettirosso seguì tutto lo spettacolo con gli occhi che si dilatavano dal terrore. Non poteva allontanare gli sguardi dai tre infelici.
« Come gli uomini sono crudeli! » disse l'uccello dopo un momento « non si accontentano d'inchiodare quei poveretti sulle croci, no, sulla testa di uno hanno anche posto una corona di spine. Io vedo che le spine hanno ferito la sua fronte così da fare scorrere il sangue » continuò. « E quell'uomo è così bello e si guarda attorno con sguardi così dolci che ognu­no deve sentire d'amarlo. Mi pare che una freccia mi stia tra­figgendo il cuore nel vederlo soffrire. »
Il piccolo uccello sen­tiva crescere la sua compassione per l'incoronato di spine.
« Se io fossi mia sorella l'aquila, » pensò « strapperei i chiodi dalle sue mani e con i miei forti artigli scaccerei tutti coloro che lo fanno soffrire.»
    Egli vide il sangue gocciolare sulla fronte del Crocifisso e non poté stare fermo nel suo nido.
    « Benché non sia che piccolo e debole, pure debbo poter fare qualche cosa per questo povero martoriato » pensò l’uccello: e allargò le ali e volò via per l’aria, descrivendo larghi giri intorno al Crocifisso.
    Gli volò intorno parecchie volte senza ardire d’avvicinarsi, perché era un uccellino timido, che non aveva mai osato avvicinarsi ad un uomo. Ma un po’ per volta si fece coraggio, volò molto vicino e col becco tolse una spina che si era piantata nella fronte del Crocifisso.
    In quel momento una goccia di sangue del Crocifisso cadde sul petto dell’uccello. Si allargò rapidamente, colò giù e tinse tutte le pennine delicate del petto. Ma il Crocifisso aperse le labbra e sussurrò all’uccello:     « Per la tua pietà ora avrai quello che la tua razza ha desiderato sempre da quando fu creato il mondo ».
    Poco dopo, quando l’uccello ritornò al suo nido, i piccini gridarono: « Il tuo petto è rosso, le penne del tuo petto sono più  rosse delle rose! » 
« Non è che una goccia di sangue della fronte di quel pover’uomo » disse l’uccello. «Scomparirà, appena farò il bagno in un ruscello o in una limpida sorgente. »
Ma quando l’uccellino fece il bagno la macchia rossa non scomparve dal suo petto, e quando i suoi piccini divennero grandi, la tinta rossa splendeva anche sulle penne dei loro petti, come d’allora in poi splende sul petto e sulla gola di ogni pettirosso.


Selma Lagerlof..


Ti invito a scoprire la tua
 COMPASSiONE!
Om Shanti _/\_



martedì 17 gennaio 2012

CREA CON NOI LO SPAVENTAPASSERI


AVVISO IMPORTANTE!

Vorremmo creare uno
SPAVENTAPASSERI
per partecipare
alla manifestazione
di maggio 2012 a CASTELLAR
Chi vuole unirsi a noi per creare, costruire, fantasticare… 


E’ IL BENVENUTO!!

domenica 15 gennaio 2012

GITA AL FRANTOIO AD AURIGO (IM)


SABATO 14 GEN. LA TRIBU’ E’ PARTITA ALLA VOLTA DI AURIGO IN PROVINCIA DI IMPERIA PER LA PRIMA GITA DEL 2012!

VISITA AL FRANTOIO!!
11 personaggi in cerca di avventura.



Partenza alle 8.30, tutti armati di curiosità ed ancora un po’ assonnati!
I proprietari, molto gentili e disponibili, ci hanno spiegato tutte le fasi di lavorazione, i bambini sono stati molto attenti. Tutt’intorno profumo di Olive ed Olio, un profumo misto di fresco e di luce… profumi difficili da spiegare!

Le olive raccolte vengono contenute in casse di plastica e successivamente versate in apposito recipiente dove sono trasportate da un nastro all'interno della zona di macinatura. 





Due grandi ruote di pietra roteano lentamente e schiacciano le olive fino a ridurle in poltiglia.
Il rumore è notevole... ma la curiosità la fa da padrone!

La sansa prodotta durante la macinatura delle olive è di colore violaceo con odore di "Oliva" moltiplicato all'ennesima potenza.
La fase successiva è la stesura della sansa su appositi dischi di corda per la spremitura a freddo  dell'olio.





I dischi di corda, con la sansa, vengono impilati su di un carrello per poi introdurlo nella pressa per la spremitura.


Al termine della spremitura, l'olio viene raccolto in una cisterna, filtrato, centrifugato per separare l'eventuale acqua dall'olio.
L'olio così ottenuto viene pompato in un distributore per riempire le bottiglie o gli appositi contenitori.


C'è anche il tempo per fare una degustazione dell'olio appena prodotto.... GNAM GNAM!


L'ultima fase consiste nella pulizia dei dischi di corda al termine della spremitura.
Il carrello viene posizionato vicino ad una botola dove l'operatore rovescia la sansa spremuta.



La rimanenza introdotta nella botola, viene "sparata" in un'altro locale all'esterno del frantoio, dove viene separato il nocciolo frantumato dalla buccia delle olive.

I noccioli tritati serviranno da combustibile nelle caldaie predisposte.

Le bucce verranno vendute a mangimifici per l'alimentazione animale.

Tutt'intorno al frantoio, mimose e ulivi......

Pranzo al sacco ai giardinetti in riva al mare ad Imperia sfidando il vento!



Rientro in allegria... qualcuno cede alla stanchezza... piccoli e grandi il sonno non fa distinzioni!
Speriamo almeno non si addormenti l'autista!




.... to be continued....

With Love, La Tribù dell'Albero!


venerdì 13 gennaio 2012

LA MILLENARIA ARTE DELL'ARRANGIARSI!



... Eh già, come dice il detto "FARE DI NECESSITA' VIRTU'"... credo di essere cresciuta imbevuta in questa massima!
Non c'è nulla che non stuzzichi la mia voglia di fare, non c'è sfida che io non riesca a cogliere e a portare a termine... o forse un paio le ho per il momento accantonate :-|)
Nella mia ricerca sfrenata all'aggiustarsi con quello che c'è prima di ricorrere ad un acquisto, negli ultimi tempi avevo un pensiero fisso, come riuscire a procurarmi carte fotografiche floreali per il mio apprendistato di Floriterapeuta squattrinata.
Pensa, pensa, pensa... ho scaricato foto da internet, ho montato le foto 4 per pagina con un programmino scaricato FREE dal web... stampante zeppa di toner, plastificatrice... ed il gioco è fatto!
Risparmiato 60 euro ed in più ho un set di carte UNiCHE nel loro genere!

Ma subito mi si pone un'altro problema... dove metto 103 meravigliose carte fotografiche prima che si rovinino??

Cerca, cerca, cerca.... nelle mie tante scatole messe da parte con la mia solita frase "Non si sa mai… metti che un giorno ne hai bisogno…" ho scovato una scatola che faceva proprio al caso mio.. che con un paio di modifiche è diventata perfetta!

Il quotidiano mi insegna e mi conferma che non bisogna MAI darsi per vinti... che se si vuole veramente raggiungere uno scopo la VITA ci mette in condizione di farlo a patto di essere disposti ad essere artisti ed interpretare i messaggi quando arrivano!

Non posso spiegare la sensazione che si prova quando si sta maneggiando un oggetto e questo dà delle indicazioni sul suo futuro utilizzo... non so definire il brivido che sento quando qualcuno sta per telefonarmi pochi istanti prima che il telefono squilli.... non so raccontare quell'emozione che percepisco in presenza di un altro essere senziente.....

Ogni giorno mi sveglio e ringrazio per la grande opportunità che mi viene regalata, l'opportunità di provare a me stessa che Volere è Potere  e che non c'è nulla di impossibile da realizzare se uno applica LA MILLENARIA ARTE DELL'ARRANGIARSI nelle sue tante declinazioni, tutte lecite peraltro!

Sono cresciuta imbevuta di quella Fede  consapevole che le montagne si possono spostare, che non c'è nulla che non sia possibile se ci crediamo dal profondo del nostro cuore, se le nostre intenzioni sono Pure, e per pure intendo senza mire egoiche ed egoistiche....

Lettore, invito anche te, nel mondo DELLA  MILLENARIA ARTE DELL'ARRANGIARSI, non solo per le cose materiali ma anche per i sogni che abbiamo nel cassetto, per le emozioni che sentiamo, per le  PAURE che ci rendono prigionieri e che con un pò di arte e tanto  AMORE possiamo trasformare
da prigione a  Libertà!

Om Shanti a tutti gli esseri senzienti!


With Love SugarMaMa!

martedì 10 gennaio 2012

LABORATORI DI NATALE 2011 - 2012




CARI AMICI

IL 5 GENNAIO SONO TERMINATI I LABORATORI CREATIVI DI NATALE!
7 LABORATORI, ALCUNI DURATI 2 POMERIGGI, UNO CON PIU' ATTIVITA' DURATO UN GIORNO INTERO!!!

SIAMO CONTENTE DEL RISULTATO OTTENUTO, I BIMBI SONO TORNATI DI GIORNO IN GIORNO CON RINNOVATA CURIOSITA' E VOGLIA DI FARE.
NONOSTANTE LA DIVERSITA' DI ETA' FRA I VARI PARTECIPANTI, DAI 3 AGLI 11 ANNI, NESSUNO SI E' SENTITO ESCLUSO O TRASCURATO.
IL GRUPPO HA DIMOSTRATO SENSIBILITA', UMORISMO, VOGLIA DI INTEGRARSI E CONFRONTARSI.

UN GRAZIE SENTITO AI GENITORI CHE HANNO ACCOLTO LA NOSTRA INIZIATIVA E CI HANNO PERMESSO DI TRASCORRERE DEI BELLISSIMI POMERIGGI IN COMPAGNIA DEI BAMBINI.

UN GRAZIE DI CUORE A TUTTI I BAMBINI CHE HANNO PARTECIPATO AI LABORATORI, TUTTI CON VOGLIA DI FARE ED ATTENZIONE.

UN GRAZIE PARTICOLARE AI BIMBI CHE PER LA PRIMA VOLTA CI HANNO CONOSCIUTE ED HANNO APPREZZATO IL NOSTRO STARE INSIEME CREANDO!

GRAZIE AI PAPA' CHE QUEST'ANNO HANNO COLLABORATO FATTIVAMENTE AL LABORATORIO DI FALEGNAMERIA E DI MANUALITA'.
A PRESTO CON NUOVI LABORATORI PRIMAVERILI IN OCCASIONE DELLA PASQUA!

Con affetto
LA TRIBU' DELL'ALBERO