martedì 27 settembre 2011

CERATO




nome italiano: PIOMBAGGINE
nome botanico: CERATOSTIGMA WILLMOTTIANA


Fiducia in se stessi
  • Stato d'animo "bloccato": 
    Quando non si pone sufficiente ascolto alle proprie impressioni e decisioni, chiedendo in continuazione un parere agli altri senza però tenerne conto.
    Indecisione è la parola chiave di Cerato, anche se in realtà è una mancanza di fiducia nelle proprio intuizioni.
    La ricerca della conferma negli altri si verifica perché non ci si sente all'altezza, come in Larch, ma per una carenza di fiducia nelle proprie capacità di cogliere l'essenza delle cose.
  • Stato d'animo "trasformato": 
    Si è in contatto con la propria natura profonda con fiducia. Si riesce a trasmettere il proprio sapere con gioia.
  • Stati d'animo e sintomi collegati al fiore in ordine di importanza:
    • Bisogno dei consigli altrui
    • Continua richiesta di consigli
    • Bisogno eccessivo di informazioni
    • Bisogno dell'opinione altrui
    • Paura di sbagliare per indecisione
    • Incertezza che richiede il parere altrui
    • Non si ha fiducia delle proprie intuizioni
    • Mancanza di stima anche se ha intuito
    • Cambiamento continuo dietro i consigli altrui
  • Frase chiave: 
    "Tu che ne pensi?"
  • Affermazione positiva: 
    "Ho fiducia in me stesso e nella mia sapienza interiore"



    Cerato è il fiore della dispersione.
    È il fiore che si dà alle persone che intraprendono tante cose e poche ne portano a termine. Questo perché la personalità cerato, che è anche essatipologica, segue i propri pseudo-bisogni, che non sa distinguere dalle proprie idee. La vedremo così richiedere continuamente consigli agli altri, consigli che poi non seguirà. Le risposte che Cerato coglie dall'esterno, non sono le sue affermazioni di esistenza, non se le è cercate quindi, com'è ovvio, non gli andranno bene, non le metterà in pratica.
    Cerato parla spesso dei propri problemi, con tutti quelli che incontra, ha molta considerazione del parere altrui, difatti spesso lo impiega come fosse il proprio, con frasi come: " dicono che la liquidità sia... ". Questo "dicono" sottolinea la spersonalizzazione effettuata dal soggetto nell'uso delle convinzioni nella realtà quotidiana.
    Acquisisce tantissime informazioni che restano all'esterno del circuito del cuore senza penetrarvi, per cui si nutre di una conoscenza puramente mentale che non serve per cambiare la sua struttura interiore, poiché non vi giunge.
    È procrastinatore. Rimanderà le scelte in attesa di avere maggiori informazioni a riguardo, poiché vive nell'erronea convinzione che una maggiore quantità di informazioni significhi conoscere di più. La conoscenza è vicinanza con la propria persona, ed egli è lontano da sé e come il blu fiore del ceratostigma wilmottiana, unico fiore che Edward Bach ha selezionato dalla flora non autoctona dell'Europa. Proviene infatti dall'Asia, è una coltivar che si è ambientato benissimo ma non è presente in natura.
    Allo stesso modo il soggetto cerato di si è autoescluso per lontananza dalla percezione delle proprie sensazioni, poiché ciò che è giusto per noi lo riconosciamo proprio dalle sensazioni. "La ragione ha lo scopo di mediare e creare la struttura per far sì che la nostra percezione della realtà diventi solidama non può dirci chi siamo". Il fiore del ceratostigma aiuta a ristabilire la connessione tra ciò che va sentito e ciò che va pensato, escludendo di fatto l'importanza del giudizio altrui. Coloro che sanno di essere ciò che sono non hanno bisogno pertanto del giudizio altrui.
    La reazione che vediamo accadere nelle persone che si riconoscono, dopo l'assunzione del fiore è, di fatto, proprio fisica. Ci riferiscono di essere riusciti a "sentire" qual'era la scelta giusta da compiere in quel preciso momento, senza dubbi, senza esitazioni, senza l'intervento della mente. Quindi il ripristinarsi del contatto diretto con la propria capacità decisionale dissolve gli enormi dubbi di cui soffre il ceratostigma.
    Nei soggetti non armonizzati, possono subentrare diversi stati. Se non si riesce a riconoscere che, a causa di questa dispersione energetica, si sta deviando dal proprio percorso, potrebbe, e spesso accade, subentrare lo stato Wild Oat(WOA). Il fiore dell'Avena selvatica è infatti consigliato a chi non sa bene dove dirigere le proprie forze, perdendo così tempo nel decidere cosa fare della propria esistenza. Allo stesso modo, per le caratteristiche di esternazione precedentemente annunciate, Cerato può dare vita alla personalità Heather(HEA), poichè ha bisogno di trovare persone che lo ascoltino.
    Se la persona cerato si accorge invece, in seguito ad uno shock (Il grande movimentatore!), di essere fortemente dispersivo, assumerà la forma di Rock Water(RWA), ovvero costruirà una rigida struttura in cui possa compiere i normali gesti della quotidianità. Nello stesso modo, non starà trovando le risposte che cerca, ma semplicemente, sopravvivendo. Ed è proprio non trovando le risposte cercate, che insorgerà lo stato successivo, il grande tormentato del sistema floreale: Willow(WIL), che lamentandosi della propria insoddisfazione, annegherà nel rimpianto.
    L'ultimo fiore, e non certo in ordine d'importanza, che può scatenarsi da Cerato è Chestnut Bud(CHB), il grande Jolly dell'apprendimento mirato, che aiuta a fare proprie le lezioni della vita, è l'interruttore che accende la risposta personale di ognuno di noi.
    Abbiamo riscontrato una buona sinergia funzionale nell'uso sincretico di CER e Scleranthus(SCL), anche se Bach ne fa una distinzione ben precisa, riferendosi al primo come "molteplicità di scelta", e all'altro come "scelta dualistica".
    In ambito transpersonale appare evidente l'impiego di Cerato al terapeuta preparato, non per trattare i sintomi fisici nello specifico, bensì per riequilibrare il terreno, poichè il soggetto cerato mostrerà una pluralità di sintomi invidiabile, ma soprattutto intermittente. I famigerati "dolori migranti" di cui soffre, sono spesso indiagnosticabili e non risolti, proprio perchè, come chi ha bisogno di questo gioiello blu, sempre in movimento.
    Cerato è la pluralità. Cerato è la capacità di gestire diverse istanze e condizioni senza disperdersi. Cerato è la possibilità di essere lontani da casa e nel contempo vicinissimi a sé. Un grande esempio di Cerato positivo è, a mio avviso, Leonardo Da Vinci. Pittore, scienziato, musico, filosofo, architetto, grande indagatore, molto curioso. Da una biografia dei primi del ‘900 si evince avesse lasciato molte opere incompiute, avesse diversi debiti con i signori che anticipandogli danari per le commesse, non videro mai i loro capolavori terminati. Questo è Cerato, preso da mille idee, viene traversato da innumerevoli progetti spesso dimenticati in un cassetto o in una nave alla deriva. E Leonardo era molto positivo. Altri invece, preda delle proprie dispersioni energetiche concludono veramente poco. L’enorme sforzo della persona Cerato è la concretizzazione.

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