martedì 22 marzo 2011

Meditazione Camminata - Ven. Sujiva

 

Brano tratto da un'introduzione alla meditazione di visione profonda del Ven. Sujiva, "Istruzioni per far placare i vulcani".

Potete immaginare la quantità di cose coinvolte con il camminare? Camminate per andare in ufficio, per fare esercizio, per una passeggiata panoramica, per andare verso il tavolo, per calmarvi e per tante altre meravigliose quanto innominabili ragioni. Ma uno può pensare e sentirsi in modo del tutto diverso camminando su una spiaggia isolata nella luce dell'alba rispetto al camminare verso la poltrona del dentista. La differenza sta tutta nello stato della mente. E ricordate, lo stato della mente può determinare dove finirete e cosa vi accadrà. Se camminate senza consapevolezza, potrete finire o all'ospedale o nella tomba. Naturalmente molta gente al giorno d'oggi taglia corto rispetto al camminare, loro vanno su ruote. Alla velocità che la moderna tecnologia può permettere, potreste aver bisogno anche di una maggior consapevolezza per assicurarvi la sicurezza. Lasciate che vi offra alcuni consigli per iniziare con la vostra meditazione camminata:

- Per imparare a camminare con consapevolezza, dovete trovare un luogo tranquillo con una distanza sufficiente, almeno di trenta passi. Preferibilmente dovrebbe essere un percorso diritto pulito e piano senza nessuno attorno a guardare quello che state facendo. In mancanza di questo potrà andar bene qualsiasi distanza fino a dieci passi.

- Per prima cosa dovrete provare a sperimentare la chiara consapevolezza della vostra postura in piedi. Non è visualizzazione, ma sentire il proprio corpo così come è, la tensione, la fermezza e forse un po' di oscillazione. Assicuratevi di essere rilassati con una postura eretta. Tenete le mani insieme o incrociatele per aiutarvi a restare composti. Potete chiudere gli occhi e rendere la mente libera, calma, rilassata e felice. Imparate a lasciare andare tutti i vostri problemi e pensieri. Essi non sono così importanti da attaccarcisi tutto il tempo. Date una pausa alla vostra mente. Solamente restate nel momento presente e attenti.

- Ora dopo aver ottenuto una calma compostezza, cominciate a camminare, mantenendo l'attenzione alla parte inferiore del piede che si muove, al disotto dei polpacci. Camminate con naturalezza (con gli occhi aperti) con un passo che vi faccia sentire a vostro agio e rilassati. Per aiutarvi a mantenere l'attenzione ai piedi, potrete ripetere mentalmente destro sinistro o camminare, camminare o qualsiasi parola preferite. Ma ricordate, non pensate, solamente mantenete la mente nel momento presente.

- Quando è il momento di girare, siate consapevoli dell'azione di girare.

- Ogniqualvolta la attenzione si rivolge ai pensieri, dovrete richiamare la vostra presenza mentale, notando consapevolmente pensare, pensare e poi ritornate all'osservazione dei passi. Se si presentano tensione o noia, dovrete fermarvi ancora e riportare la consapevolezza come avete già fatto. Mentre siete fermi notate consapevolmente tensione o noia, prima di riprendere la meditazione camminata.

- Vi consiglierei di camminare ad un certo ritmo che la mente può mantenere. Una volta preso questo ritmo, avrà la tendenza a fluire. Allora mantenete il ritmo per il tempo restante.

- Quando vi sentite più calmi o un poco stanchi, allora potete rallentare l'andatura, essendo allo stesso tempo ancora più rilassati mentalmente e fisicamente. Le persone che hanno raggiunto la concentrazione in questo modo possono camminare per un ora o più e sentirsi come se solo un minuto sia passato. Essi si sentono come senza peso e come se camminassero sulle nuvole. Potrebbe finire che vi sentirete molto felici.

- C'è comunque una cosa da aggiungere. Quando vi sentite veramente rilassati, mantenete la vostra mente vivacemente attenta mentre segue i passi. Cercate di sentire o percepire le sensazioni mentre accadono, le tensioni, le forze che tirano o che spingono, la leggerezza o la pesantezza e alla fine il contatto delle piante dei piedi con il suolo.

- Per aiutare il principiante ad avere una più acuta percezione di questo, gli insegnanti hanno escogitato un metodo che suddivide ogni passo in varie fasi cominciando da due fino a sei. Sebbene tre fasi sono sufficienti per la maggior parte delle persone, possono essere aumentate progressivamente, ma solamente quando uno è pronto per questo.

- Durante un ritiro intensivo o un esercizio formale di meditazione, la procedura standard è di fare un'ora di meditazione camminata, dividendola in tre periodi: i primi venti minuti camminata in una fase, i secondi venti minuti camminata in due fasi, e i rimanenti venti minuti (fino a raggiungere un'ora) per la camminata in tre fasi.
- Il principio dietro a ciò è di portare gradualmente la mente ad una attenzione più concentrata il che può avvenire con il rallentare il movimento e con una osservazione più precisa. Il tipo più adatto di camminata, sarà quello che farà sorgere maggiore consapevolezza.

- Le varie fasi dei passi da uno a sei sono:
1. sinistra/destra
2. sollevare, appoggiare il piede
3. sollevare, spingere avanti, appoggiare
4. alzare (il tallone) , sollevare (tutto il piede) , spingere avanti, appoggiare
5. alzare, sollevare, spingere avanti, abbassare, appoggiare
6. alzare, sollevare, spingere avanti, abbassare, appoggiare (la punta del piede) pressare (il peso sul piede). [...]

- Ad ogni fase di un passo, quando si osserva da vicino, saremo in grado di percepire le sensazioni o le forze che saranno presenti. Potremo veramente sperimentarlo come un flusso di tensione, forze che spingono o una estensione di durezza quando appoggiamo il piede.

- Per completare il quadro dovremo anche notare consapevolmente le intenzioni che sorgono prima di ogni passo, le intenzioni di fermarsi e girare.

- Se riuscirete a fare questo, potrete davvero arrivare ad un punto in cui vi dimenticherete completamente di voi stessi e ciò che rimarrà sarà il processo di consapevolezza con i suoi oggetti. Allora avrete cominciato il viaggio all'interno, il sentiero per realizzare la Natura di Chi e Che Cosa siamo realmente. Allora tutti i conflitti con la Realtà, dovuti all'ignoranza, che è il problema radice della sofferenza potranno finalmente vedere la fine.

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